La vera storia dello spritz

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Conosci la vera storia dello Spritz?

Tra storia e curiosità di uno dei drink più amati in Italia e famosi al mondo: l’Aperol Spritz.

Il momento dell’aperitivo rappresenta una parte importante della nostra vita quotidiana. Un momento di relax dopo una lunga giornata da condividere insieme ad amici e colleghi. 

Una delle bevande più gettonate durante l’aperitivo è lo Spritz Aperol o Campari, celebrato anche dal New York Times. 

Ma dove nasce esattamente e chi ha inventato lo Spritz? 

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La Storia dello Spritz veneziano

Sai che questo famoso cocktail è stato creato dagli austriaci? Lo Spritz nasce infatti durante il periodo della dominazione asburgica in Veneto nel 1800. I soldati, ma anche i mercanti, i diplomatici e i funzionari del regno Lombardo – Veneto si abituarono presto all’abitudine dei veneziani a bere un bicchiere di vino locale nelle osterie. Tuttavia la gradazione alcolica era molto più elevata di quanto fossero abituati. 

I nuovi arrivati ​​iniziarono quindi a far spruzzare un po’ d’acqua nel vino (spritzen in tedesco) per alleggerirlo. La ricetta del vero spritz originale era infatti composta da vino bianco o rosso diluito con dell’acqua fresca frizzante. È rimasta invariata fino agli anni ’70, quando è stata sostituita con quella moderna che prevede l’utilizzo del prosecco al posto del vino fermo. 

È proprio quest’ultima che l’ha trasformato in un vero e proprio fenomeno culturale: un cocktail dalla bassa gradazione alcolica ideale per un aperitivo post lavoro.

Lo spritz diventa un cocktail: gli anni ’20

Lo Spritz come cocktail nasce tra Padova e Venezia nel primo dopoguerra, quando le case di liquori Barbieri e Pilla inventarono l’Aperol e il Select, due aperitivi a bassa gradazione. Da qui si diffusero rapidamente le prime due versioni di questa bevanda: quella padovana con Aperol e Prosecco e quella veneta con Select e vino bianco.

Lo Spritz alla conquista del mondo

Negli anni ’70 lo Spritz iniziò la sua scalata, fino a diventare uno dei drink più famosi e amati di sempre. L’aperitivo veneziano è così diventato una celebrità tra i cocktail classici, raggiungendo un pubblico di consumatori sempre più ampio: si stima che ogni giorno solo in Italia vengono bevuti circa 3.000.000 di Spritz.

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Tante varietà dal gusto inconfondibile 

Oggi esistono diverse varianti regionali, in particolare nel Nord Italia, e interpretazioni. La traccia dello Spritz va infatti da Torino a Milano, Brescia, Trento, Padova, Venezia ed infine a Trieste.

Aperol, Select, Gran Classico, Cynar e Campari con Prosecco DOC, vino bianco frizzante o fermo: nonostante le varietà, resta sempre uno dei long drink più bevuti. 

Ma in che modo l’Aperol Spritz ha raggiunto la popolarità mondiale rispetto a tutte le altre varietà? 

Aperol, il re degli Spritz

L’Aperol è entrato in scena nel 1919 a Padova, quando i fratelli Luigi e Silvio Barbieri ereditarono l’azienda di liquori del padre nel 1912. Dopo sette anni di sperimentazione, debuttò l’audace bevanda arancione, ispirata dal termine francese Apéro (aperitivo). La ricetta originale, in uso ancora oggi, rimane segreta, ma sappiamo che contiene sia le arance amare che quelle dolci, oltre al rabarbaro e alla radice di genziana.

È stato soprattutto grazie alle pubblicità degli anni ’90 che questo liquore inconfondibile si è trasformato da una bevanda per donne e sportivi in un fenomeno globale. All’inizio degli anni 2000, Aperol è stata acquisita dal Gruppo Campari ed un’altra spinta pubblicitaria ne ha fatto la bevanda di riferimento per i Millenials. 

L’azienda nel 2011 ha messo sul mercato anche un Aperol Spritz già imbottigliato, a cui basta aggiungere solamente del ghiaccio e una fettina d’arancia. Anche se la ricetta fatta in casa resta sempre la scelta migliore.

Nel 2019 il cocktail ha festeggiato il suo centesimo compleanno, oltre ad essere stato il nono cocktail più venduto al mondo nei bar e bistrot. 

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